pezzo della settimana: Empress of/Kitty Kat

you’ve just lost one (ossia me)

Posted: Luglio 17th, 2015 | Author: | Filed under: live review | Tags: , , , , , | Commenti disabilitati su you’ve just lost one (ossia me)

Oh no,

non so proprio da dove cominciare per raccontare il live di Ms. Hill ieri a Roma, in quel dell’auditorium.

Ci rimugino da ieri sera, ma non riesco a trovare una parola migliore per dire in modo più carino, o forse meno definitivo che è stato proprio un brutto concerto.

E non voglio proprio parlare del fatto che in parterre la gente si sia alzata per andare sotto al palco, cosa che mi fa in generale pure più piacere dello stare seduta, ma magari non a 80 euro al biglietto, e soprattutto non quando ci sono almeno 30 persone sulla sedia a rotelle (tra cui un’amica) che a causa di questo non hanno visto praticamente nulla dello show. Questo non c’entra con la mia opinione sul concerto.

E nemmeno desidero affrontare la questione del ritardo cronico che affligge la Ms. in questione, già è stata aspramente rimproverata per questo un po’ dovunque (che ci sono luoghi che chiudono ad una certa ora, persone che prendono treni, lavoratori cui non vengono pagate le ore di straordinario).

Voglio proprio parlare della performance. Dello spettacolo, della musica e dell’artista.

Però forse è necessaria una premessa.

Ogni volta che si va a vedere un grande evento, come questo (le rare esibizioni della Hill, sempre che non siano cancellate all’ultimo secondo, l’incertezza di trovarla bene fisicamente e con un buon mood), è sempre un po’ rischioso. C’è da una parte il proprio legame personale con l’artista e la sua musica, quello che ha rappresentato per noi, nelle nostre vite, i ricordi a cui è legata e insomma tutta quella miriade irrazionale di cose che ci fanno amare qualcun* in modo speciale. Questo ovviamente si riflette su come andiamo al concerto: abbiamo il desiderio che l’artista suoni quei pezzi piuttosto che altri, che faccia delle cose piuttosto che altre. Insomma è tosto riuscire a soddisfare i desideri, tutti diversi e personali, di chi va ad un concerto e le aspettative sono sempre alte in questi casi.

Ma personalmente, dopo anni e anni di live di tutti i generi, nei luoghi più oscuri e improbabili e in quelli più adatti e accoglienti, ho imparato a sospendere il pregiudizio e a non aspettarmi nulla. A sperare sì, ma a restare aperta ad essere sorpresa e catturata da quello che è il senso stesso del live.

Bene, detto questo sono andata a questo “evento” felice di vedere finalmente Ms. Hill, anche per le seguenti ragioni:

a) dai recenti video messi online da lei stessa mi sembrava in forma fisica.

E lo è, ha perso peso il che le permette fisicamente di reggere uno show, di ballare, saltare e insomma stare sul palco sul serio (per la musica che fa).

b) Avesse recuperato la voce, abbastanza almeno per reggere un concerto.

Ed è vero. Sia chiaro la sua splendida voce è irrimediabilmente rovinata, e questo è un fatto innegabile, più roca e bassa ed incapace di prendere alcune note che erano sue, ma questo lo sapevamo, è lei che deve farci i conti e lavorare su ciò che ha a disposizione adesso.

c) Perché volevo vedere live un’artista capace di comunicare profondamente col suo pubblico.

E qui cominciano le note dolenti. Non ne è stata assolutamente capace. Priva di qualsiasi reale connessione, anche visiva, col pubblico (se non per la fine dello spettacolo). Tutta presa, in modo quasi ossessivo e di certo, per chi la guardava irritante, dalla pretesa di dirigere nota per nota, assolo per assolo, crescendo per crescendo, quello che faceva la band.

Irritante perché non solo era brutto da vedere, il suo nervoso e isterico rivolgersi ora al batterista per dire “su su”, ora al chitarrista per dire “abbassa” ora al piano per dire “zitto” ora alle coriste per dire “ancora un giro” “entrate adesso”, ma era anche inutile, irrimediabilmente inutile.

Sopratutto sono certa che la band abbia provato il concerto più e più volte, come è normale per de* professionist*

E, lasciatemelo dire, controproducente perché immaginateli mentre cercano di obbedire alle direttive di Ms. Hill che canta di profilo e pretende che ad un suo cenno improvviso tutto si plachi perché ha deciso che vuole fare un giro solo di voce e chitarra (non la sua, ha praticamente fatto finta di suonare un po’ di pezzi e poi ha smesso).

Era talmente presa da questa assurda direzione orchestrale che ha interrotto un paio di volte dei brani (nessuna recensione ne parla mi pare) dicendo alla band: no no abbassa, e mentre stava cantando una strofa, più di una volta, ha smesso e si è girata verso la band per dirgli “cristosololosa” cosa.

Che diavolo di concerto è?

Ma santissima Ms. Hill: tutti gl* artist* professionist* provano lo show prima di andare in tour, studiano il sound, le novità, assemblano gli arrangiamenti, verificano i musicisti, li istruiscono, lavorano alle coreografie, alle scalette (più di una a seconda della location, dei tempi, del palco) ecc.

volete una prova? minuto 1.31

E veniamo al suono e agli arrangiamenti: una sola parola “caciara”.

Lo so che non mi credete, che state pensando: la solita spaccaovaie quella donasonica. Beh fate un giro su web, ci sono piccoli spezzoni o interi video e fate questo gioco: prendete un video di ieri e se non siete espert* aprite un video della stessa canzone (sempre che siate in grado, non per vostra ignoranza ma per oggettiva difficoltà, di riconoscerla) e paragonate la “velocità”, il tempo diremmo meglio, della canzone.

Come cazzo si fa a fare tutti i pezzi di un concerto ad un tempo maggiore. Dio santo, capisco, anche se no perdonerò mai Ms. Hill per avere riarrangiato in versione “reggae” un pezzo straordinario come “ex-factor”, ma un’altra cosa è fare sistematicamente tutti i pezzi ad una velocità maggiore. E’ qualitativamente e oggettivamente brutto.

Lo so che non mi credete allora sentite qui:

e questo non era nemmeno il peggiore.

Disastroso il suono, e la colpa non è certo dell’auditorium, perché se una che si sbatte come una matta “durante” il concerto per controllare ogni singola espressione della sua band non ha un* fonic* perfett* che sa esattamente cosa vuole, è una dilettante. La potenza per la caciara c’era, quindi.

Non c’era uno stacco, un cambio di registro e di atmosfera, tra la parte più intima e quella più “arzateve e abballate tutt*” , se tralasciamo il fatto che nella prima era seduta e nella seconda era in piedi.

Beh insomma ora mi sono arrabbiata di nuovo, perché io l’amo davvero Ms. Hill, Lauryn Hill o come cavolo vuole farsi chiamare.

Perché ha scritto delle cose belle. E ci ha messo la faccia.

Però ieri ho capito che quello che un po’ temevo da tempo, forse è vero.

Ms. Hill predica bene, ma razzola malino:

1) parla e critica sempre lo showbiz, il mainstream ecc. e poi si comporta da diva, prima e dopo lo show. In più, si può essere indipendenti pure stando con una major solo se ti chiami “Sonic Youth” secondo me (ovviamente trattasi di un’iperbole). non rispetta il pubblico, non mi pare che sia lì per loro, ma per se stessa.

2) ha paura di quello che è ora, ossia una cantante e un’artista diversa da quello che era 20 anni fa: invece di mettersi a riarrangiare i pezzi, scriverne di nuovi forse è una soluzione.

3) poco, pochissimo hip hop e molto davvero troppo reggae (tralasciando le 3, dico 3 cover di bob marley, che forse sono state, musicalmente parlando, il momento migliore dello show).

ed ecco, a mio modestissimo parere alcune possibili soluzioni:

1)  Ms. Hill può essere indipendente se vuole, soprattutto dopo essersela menata per anni, e soprattutto visto che è in grado di fare sold out nel 2015 senza un disco nuovo da più di dieci anni. basta scegliere i luoghi giusti dove andare a suonare, vivere l’atmosfera dei concerti e delle persone che conosci e che incroci dietro e sopra il palco con più umanità e meno divismo.

2) Ms. Hill deve comporre cose nuove, circondarsi di gente che sa suonare, non gente che adora Ms. Hill, ma che adora la musica e vive per la musica.

3) Ms. Hill deve lasciare andare Lauryn Hill e Fugees, e capire chi è ora e cosa vuole suonare.

E se ascoltando un nuovo pezzo di Lauryn Hill scoprissi che non mi piace?

Beh allora le direi: ok, non mi piace la direzione che hai preso, ma sono felice che tu stia facendo quello che sai fare, esprimerti in musica, e non cercare di imitare la donna che non sei più, lamentandoti di non voler essere l’artista che volevano gli altri.

love.

p.s. se volete leggere un altro parere, non molto dissimile al mio, ma scritto molto meglio, e corredato di belle foto:

emanuele mancini