pezzo della settimana: Empress of/Kitty Kat

del 13 febbraio e altre perplessità

Posted: Febbraio 7th, 2011 | Author: | Filed under: lesbian life | Tags: , , , , , | 13 Comments »

we are the media

scrivo un piccolo post riguardo una discussione molto aperta e credo feconda sulla manifestazione indetta per il 13 febbraio in moltissime piazze italiane per affermare la “dignità” delle donne contro l’indegno atteggiamento politico e culturale di cui sono pieni i giornali nelle ultime settimane.
non credo che alcuna di voi sia ignara di questa discussione, ma penso che sia giusto spiegare i motivi che mi spingono a scrivere come la penso io: la manifestazione, grandemente supportata da personaggi femminili noti, sindacati, schieramenti politici, ecc. ecc. suona un po’ retrò, per come è stata impostata e per gli slogan che utilizza, almeno nella sua preparazione.
in sostanza il punto centrale è questa sorta di attenzione posta nel ricordare a noi stesse e all’italia/europa/mondo che le donne italiane sono altro da quelle coinvolte nelle feste allegre di cui si è reso protagonista il primo ministro italiano e i suoi discepoli, o da quelle che riempiono i giornali scandalistici e le trasmissioni televisive seguite da un folto pubblico in italia.
cosa che di per sè potrebbe essere anche condivisibile, per quanto il punto non sia questo.
in effetti non sono mai stata propensa a vendere/svendere/commerciare il mio corpo ne il mio intelletto, contesto e mi oppongo attivamente/concretamente al sistema economico/culturale del paese in cui vivo, e più in generale oserei dire mondiale, visto che in una prospettiva un po’ meno miope, sono in contrasto con il mondo intero in realtà, ma per fortuna non sono affatto sola.

il contrasto interno nato non appena l’idea della manifestazione si è affacciata al web/realtà è potentemente sostenuta da diversi canali femministi che peraltro seguo, leggo e sostengo a prescindere dalla mia personale opinione, riguarda proprio questo concetto di dignità che per come è stato presentato e in effetti continua ad essere pure propagandato, non ha niente a che vedere con i diritti delle donne, ma piuttosto con una inversione di rotta direi così più formale che di sostanza, che però non risolve i nodi cruciali che è necessario affrontare visto che siamo a questo punto.

anche su questo non posso dissentire: dignità e nazione sono due concetti piuttosto lontani dal mio sentire, nel senso in cui se ne sente/legge in giro, anche in canali gestiti e usati dalle donne.

il punto però secondo me è: che senso ha in generale una manifestazione e in risposta a questo una manifestazione nella manifestazione?

cosa otterremo da questo?

che ci sarà un mare di donne [mi sembra di intuire] che parteciperà a quella diciamo così ufficiale, perchè sentono comunque che è arrivato il momento di mettersi in gioco, mentre una parte di essa [probabilmente numerosa anch’essa seppure meno “pop”] sarà lì ricordare che non siamo tutte uguali.

ci scanneremo tra noi, come spesso solo noi donne sappiamo fare, e non saremo avanzate di un passo.
scusate il mio pessimismo, ma ve lo garantisco, lo dico da attivista della vita quotidiana, la mia esperienza mi porta a temere questo risultato.

quello che intendo è che non è di una manifestazione che abbiamo bisogno, ma di passare all’azione, azione concreta, reale vera.

il concetto che “noi siamo i media” è un concetto vecchio, ma quantomai attuale, e che noi donne abbiamo capito e sfruttato solo in minima parte, specie in italia.

volete che lanci una iniziativa io da contrapporre positivamente ad una manifestazione che ha poco senso secondo me?
facciamo i nomi, mettiamo le facce, denunciamo le persone coinvolte, non giriamo la faccia dall’altra parte, non subiamo e sosteniamoci a vicenda, creiamo una rete di comunicazione vera senza stupidità ideologiche e nelle quali impelagarci sull’esatto significato di quella specifica parola.

spegniamo i giornali che non parlano in modo corretto, le televisioni che non ci rappresentano, usiamo media alternativi e creaiamone di nostri, subissiamo di proteste ben costruite chi abusa del suo potere, interrompiamo un circuito di sfruttamento che continua a usarci come merce di scambio.

usiamo la distanza che c’è tra noi e il “sistema di potere economico e politico” e allarghiamola.

alla giornata internazionale contro la violenza sulle donne eravamo meno di quante ce ne sono al forte in una serata elettronica, dove si paga per entrare.

questo è lo specchio di quello che siamo noi, prima di tutto. io non voglio dare a noi le responsabilità di ciò che da tutta la nostra storia subiamo, ma “indigniamoci” sul serio, costruendo assieme, creando qualcosa di concreto e reale da contrapporre al sistema, dal quale, e so che non troverò molto consenso in questa affermazione, ma credo resti il nodo cruciale: io non mi sento rappresentata come donna, come lesbica, come essere pensante ecologista e solidale, credo che ogni decisione presa da un punto di vista economico, politico, sociale e culturale sia totalmente e indiscutibilmente contrapposta al mio modo di sentire e desiderare il mondo, perché dovrei indignarmi ora che tutte vedono quello che sappiamo già, che io so già, che questo sistema non mi appartiene e io non appartengo a “lui”.

mi indigno perchè siamo ancora qui, ad aspettarci un riconoscimento che non significa niente, piuttosto che rivoltare le cose intorno a noi e farle girare in un altro verso, uscendo completamente e irreversibilmente dal sistema nel quale siamo intrappolate.

P.S.  spero  sia chiaro che non intendo demolire alcuna di queste iniziative, sarò in piazza, probabilmente più vicina agli ombrelli rossi, ma temo che non sarò parte integrante del loro corteo. voglio essere in piazza anche per ascoltare le altre, capire cosa pensano e cosa accade, parlare e confrontarmi con loro, guardarci negli occhi. per questo da qualunque parte siate o vogliate essere, credo sia giusto invitarvi a farne parte.

P.S. 2 sul blog rappresentativo della manifestazione ufficiale c’è stata pochi giorni fa una sorta di chiarimento, rispetto ad alcune parole interpretabili in modo ambiguo. è già una buona cosa. citare chi lo ha fatto notare, ossia le donne che hanno instillato un sano dubbio, sarebbe cosa buona e giusta, invece di fare finta di nulla.

P.s. 3 Ma proprio uno sfondo rosa dovevate scegliere per il manifesto/logo della manifestazione? PINKSTINKS!


13 Comments on “del 13 febbraio e altre perplessità”

  1. 1 kokeshi said at 3:33 pm on Febbraio 7th, 2011:

    Che dire, aggiungere qualcos’altro non credo che apporterebbe migliorie. Rispetto appieno il tuo pensiero e mi chiedo come mai non riusciamo davvero e concretamente ad “indignarci” ma continuiamo a restare intrappolate in un sistema che diciamo di non condividere ma dal quale non sappiamo slegarci.

  2. 2 donasonica said at 3:37 pm on Febbraio 7th, 2011:

    thanks!

  3. 3 Francesca Sanzo - DonnePensanti said at 12:40 pm on Febbraio 8th, 2011:

    trovo davvero molto interessante e condivisibile questo post. Noi di dp abbiamo scelto di esserci, pur con tutti i distinguo, pur con molte perplessità sull’appello che l’ha chiamata perché crediamo fondamentale dar conto di un nutrito numero di persone che manifestano insieme su questi temi. Ma hai ragione, anche ieri sera sono stata alla riunione organizzativa di Orlando (Bologna) e la sensazione è stata di tante diversità che – speriamo – si possano unire invece che elidere a vicenda.

    se ti va, mi piacerebbe molto (se ne hai voglia) che portassi il tuo punto di vista anche sulla nostra community: http://donnepensanti.ning.com

  4. 4 donasonica said at 1:08 pm on Marzo 9th, 2011:

    leggo il tuo commento solo ora, era finito nello spam. sto leggendo la vostra proposta di resistenza, spero di rileggerci presto.

  5. 5 donasonica said at 1:01 pm on Febbraio 8th, 2011:

    siccome molt* commento sui social e non qui vi copio incollo i loro così almeno diamo una continuità!

    nunzia scrive:
    dona, come al solito sai dare una lettura ‘critica’ alle cose che non è mai banale. anch’io credo ci sia bisogno di interrogarsi più profondamente sullo stato dell’arte, e di attivarsi, di fare di più. l’indignazione resta fine a se stessa, se poi finisce per intorpidirsi nel quotidiano, nelle piccole e grandi viltà dietro le quali ci nascondiamo per non metterci la faccia. ciò detto, credo anche che la manifestazione del 13 sarà una bella manifestazione, se non altro utile a svegliare chi dorme da tanto, troppo tempo.

  6. 6 donasonica said at 1:02 pm on Febbraio 8th, 2011:

    gianluca scrive:
    Prima cosa, condividere…per la fruizione di un pensiero di molti… Cosa ne penso io credo che poco ce ne fotte…l’idea è: diffondi il messaggio!

  7. 7 donasonica said at 1:04 pm on Febbraio 8th, 2011:

    lamusique scrive:

    non è di una manifestazione che abbiamo bisogno, ma di passare all’azione, azione concreta, reale vera… grazie dona!

  8. 8 catlux said at 1:38 pm on Febbraio 8th, 2011:

    ..lo sai a cosa mi fa pensare il fatto che in realtà non si passi mai concretamente all’azione..? Al fatto che è più che ovvio che c’è ancora paura. paura! ..e lo sai da cosa nasce la paura..? dalla scarsa stima di sè forse..? e perchè ancora?? da mo che vengono discussi e ridiscussi, in interminabili incontri a volte solo”rincoglionenti” libri come “speculum”, “donne che corrono coi lupi” etc.. sono d’accordo con te quando scrivi di passare all’azione e di smettere di filosofeggiare solamente; passare all’azione significa rinvigorire la fiducia in se stessi e rinvigorire le idee genuine che ci muovono in partenza. mi piace l’idea che suggerisci di guardarci negli occhi,..un’azione importante, che potrebbe sorprenderci per la sua potenza, perchè il non verbale è legato alle viscere. conoscersi intanto,tra di noi, nelle nostre differenze. imparare ad amarci.noi.tra di noi.a sostenerci e a collaborare. sorellanza prima di qualsiasi azione politica. ecco il mio piccolo contributo ..grazie del post, cat.

  9. 9 donasonica said at 2:30 pm on Febbraio 8th, 2011:

    beh veramente grazie a te, che sei il mio post-it permanente su come la differenza sia una ricchezza sempre

  10. 10 paola said at 2:20 am on Febbraio 9th, 2011:

    leggo solo adesso, un po’ in ritardo sul tuo appello sul blog de “Il corpo delle donne” che seguiva quello di Laura Albano, i miei e quelli di tutte le altre Valentina S., Renata, Ilaria, oddio me ne dimentico qualcuna scusate. Poi presa ormai dal furore comunicativo ho riscritto http://www.ilcorpodelledonne.net/?p=5021#comment-28195, proprio sul tema che affronti tu qui: solo che le mie sono le considerazioni di un’adolescente degli anni ’70, che non si è rassegnata al grande sonno. E lo stesso testo,l’ho ripreso, con una migliore sintassi in https://www.facebook.com/topic.php?uid=137900466263954&topic=92. Penso che in qualche punto coincidiamo, non perdiamo lo slancio: dalla rete alla realtà.

  11. 11 Baku said at 5:41 pm on Febbraio 9th, 2011:

    In effetti secondo me hai centrato un punto importante
    quando dici:
    “alla giornata internazionale contro la violenza sulle donne eravamo meno
    di quante ce ne sono al forte in una serata elettronica, dove si paga per
    entrare.
    questo è lo specchio di quello che siamo noi, prima di tutto”: in effetti,
    da maschio, in questi dibattiti mi sembra manchi un po’ la riflessione sul
    chi sono oggi davvero le donne, fatta dalle donne stesse, e non solo quello
    che dovrebbero essere o ci si immagina che siano. E poi quando parli delle
    parole d’ordine un po’ vecchie, 68ine, forse lontane dalla sensibilità
    delle ragazze di oggi.

  12. 12 reginazabo said at 1:55 pm on Febbraio 12th, 2011:

    sonica, io domani comunque scendo in piazza con un ombrello rosso: https://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2011/02/08/13-febbraio-massa-critica-con-gli-ombrelli-rossi-noi-vogliamo-tutto/

  13. 13 donasonica said at 11:48 am on Febbraio 13th, 2011:

    non avevo dubbi!