pezzo della settimana: Empress of/Kitty Kat

all is connected: ovvero miranda + sleater kinney

Posted: Aprile 4th, 2008 | Author: | Filed under: cool stuff | 1 Comment »

allora mentre mi riprendo dai bagordi del giovedì e mi preparo per quelli del weekend…promettendo next week la seconda puntata della riot grrrls history, (il post dedicato alla zapata era un approndimento? non ho ancora deciso) vorrei ricordarvi/mi ancora una volta come tutto ciò che ci piace, che è fico e che soprattutto è stimolante sia collegato.

ossia seguitemi:

excuse 17…riots…Carrie Brownstein (chitarrista excuse 17)[di cui leggo il blog una volta a settimana, e che nell’ultimo, divertentissimo post cita feist]…sleater kinney …miranda july [di cui leggo di tutto una volta a settimana]…

vedere per credere e stiamo parlando del 1999 – l’album da cui è tratta "get up" è "hot rock"

[carrie è quella al telefono] 

 


I LOVE MIRANDA JULY [and every little thing she does]

Posted: Aprile 2nd, 2008 | Author: | Filed under: cool stuff | 1 Comment »

amo miranda july, semplicemente la amo. è la quintessenza della creatività e della faccia di culo!

 

 

 ah by the way VBS tv è una web tv molto figa, cose interessanti e cazzute, just for englishspeakingpeople, sorry!


what a woman must do, ovvero come dire quello che si deve dire

Posted: Aprile 1st, 2008 | Author: | Filed under: riot girrrls | 4 Comments »

a gentile richiesta [pianista questa è per te] e con la straordinaria partecipazione della mitica
Regina Zabo ecco il testo di una delle canzoni più belle della Rucker, di cui potete vedere il video nel post precedente.thanks sista!

ditemi voi se non è potente come un pugno in faccia! [contenuta nell’album "silver or lead"]

quello che deve fare una donna [what a woman must do]

 

Until you walk, run, fight
a mile in her shoes

prima di camminare, corrrere, combattere almeno un miglio nelle sue scarpe

Don’t you dare stand in
front of me and tell me

non azzardarti a venire a dirmi

What a woman must do

cosa deve fare una donna

Until you have walked, run,
fought a mile in her shoes

prima di aver camminato, corso, combattuto almeno un miglio nelle sue scarpe

Don’t you dare stand in front of me and tell me

non azzardarti a venire a dirmi

What a woman must do

cosa deve fare una donna

She must

Una donna deve

Swing from chandeliers for
undeserving spouses and paramours

Fare i salti
mortali per coniugi e amanti immeritevoli

Who deny her suffrage by
day, but crave and praise her womanly wiles by
night

che negano il suo diritto al voto di giorno, ma desiderano e lodano i suoi
trucchi  femminili di notte

Good enough to fuck but,
not good enough to vote

buona da fottere, non abbastanza per votare

She must

Una donna deve

Go from the beauty of Africa, to the horrors of massa

Passare dalla bellezza dell’Africa agli orrori della schiavitù  [massa probabilmente si riferisce al modo di chiamare il padrone= master in gergo ossia appunto massa]

Go from titties dangling
bare and shameless

Passare dal seno libero e nudo che non conosce vergogna 

To being branded,
licentious, temptress, embarrassed

a essere marchiata, lasciva, tentatrice, imbarazzata

Go from land of yams and
heat hot

Passare dalla terra degli yam (patate dolci) e del calore bruciante

To land of cash crops and
sellers block

alla terra dove si coltivano i soldi e si vive in palazzi abitati da
commercianti

Go… from God names, to no
name, to his names

Passare… dai nomi di dio a nessun nome al nome di un Lui 

Go… from God names, to no
name, to his names

Passare dai nomi di dio a nessun nome al nome di un Lui 

Now Black

ora nera

Now inhuman

ora inumana

Freedom stolen, family
stolen, now beholden… but still golden

la libertà sottratta, la famiglia sottratta, ora obbligata verso qualcuno…
ma ancora dorata

Field hollerin’… and Ain’t
I A Woman

Canta nei campi… e non sono una donna io

Ain’t I A Woman

non sono donna io

 

I can see
her, me

La vedo, io

Washing
dishes, clothes, and children

Lavare piatti, vestiti e bambini

Making love, money, dinner, and beds

Fare l’amore, i soldi, il pranzo e i letti

Always the
first one off a sinking ship

Sempre la prima a essere buttata giù dalla nave che affonda

But last in
the line to receive respect

Sempre l’ultima della fila a ricevere rispetto

 

What

What a

What a
woman

What a
woman must

What a
woman must do

What a
woman must do

What a
woman must do

Must do

Must do,
must do, must do, must do, must do…

 

She must

Una donna
deve

Wipe away
tears and reclaim strength

Asciugarsi le lacrime e farsi forza

After rape,
abortion, lover’s betrayal, child’s birth, child’s death,

Dopo stupri, aborti, tradimenti, parti, dopo la morte dei
figli

husband’s abuse

e gli abusi del marito

Tricking to buy baby shoes

Arrangiandosi per comprare le scarpe ai figli

 

She must

Una donna
deve

Be called a
muse

Farsi
chiamare musa

Which is
just a synonym for use

Che è solo un sinonimo per “uso”

Put upon pedestals

Farsi mettere su un piedistallo

Dainty and
protected

Prelibata e
protetta

And because of that disrespected

E per questo mai rispettata

Victorianized


Moralizzata

Made a
paradox of famous anonymity

Esser resa paradosso di un anonimato famoso

Left to go
insane with too much femininity

Esser lasciata sola a impazzire per troppa femminilità

Staring at yellow wallpaper

Guardando inebetita i parati ingialliti

 

Her heart

Il suo
cuore

Open

aperto

Her legs

Le sue gambe

Open

Aperte

Warm and
welcoming

Calda e
accogliente

Waiting…
for phone calls that never come

In attesa… di telefonate che non arrivano mai

Waiting…
for words of appreciation that never come

In attesa… di parole di apprezzamento che non arrivano mai

Waiting…
for equal pay that never comes

In attesa… di una parità salariale che non arriva mai

Waiting

In attesa

Waiting,
waiting, waiting

Waiting,
waiting, waiting

Waiting for
love

In attesa
di amore

Waiting for
acknowledgment not judgment

In attesa di riconoscimenti anziché di giudizi

Waiting

In attesa

And when
seeking or achieving any kind of power

E quando persegue o raggiunge un potere di qualche tipo

Reduced to labels like…

Essere ridotta a un’etichetta come…

Concubine.
Cunt. Bitch. Whore. Stunt.
Witch. Dyke

Concubina, zoccola, puttana, pompinara, troia, strega,
lesbica
 

Concubine.
Cunt. Bitch. Whore. Stunt.
Witch. Dyke

Concubina, zoccola, puttana, pompinara, troia, strega,
lesbica
 

What a
woman must do

Cosa deve fare una donna

She must

Una donna
deve

Never
settle for less based upon her womaness

evitare di accontentarsi di qualcosa in meno soltanto perché
è una donna

Embrace the
pronoun and power of SHE

Abbracciare il pronome e la forza dell’essere Lei

Know if
nothing else that her uniqueness is blessed

Sapere se non altro che la sua unicità è una benedizione

And a necessary
component in the union between universe and people

E una componente necessaria dell’unione tra universo ed esseri
umani

Equal to
man

Pari
all’uomo

At times
above human understanding

A volte al disopra della comprensione umana

She don’t
have to lay down for nothing or nobody

Non deve abbassarsi di fronte a niente e a nessuno

Her body in
and out a wonder

Il suo corpo dentro e fuori è una meraviglia

 

The wonder of SHE

La meraviglia dell’essere LEI

The wonder of SHE

La meraviglia dell’essere LEI


ursula rucker ovvero real poetry

Posted: Marzo 31st, 2008 | Author: | Filed under: persone | 9 Comments »

non vi ho ancora mai parlato della straordinaria Ursula Rucker,
che ho avuto la fortuna di vedere in concerto a niente di meno che
Monfalcone, vi risparmio la ricerca è vicino Trieste, nell’ambito di un
festival di poesia, potenzialmente molto bello se non fosse che al
posto del pubblico c’erano dei manichini. 

ve ne parlo?

direi di sì, così spezziamo il discorso GRRRLS che alla fine mi sta
impegnando davvero tanto, sia perchè ci sono un sacco di cose che
voglio e che sto effettivamente raccontando sia perchè molte altre non
me le ricordavo più o non le sapevo affatto, visto che nei primi anni
’90 non avevamo mica questo potente giocattolino dal quale vi scrivo,
indi per cui le notizie, i collegamenti e il materiale tante volte non
era facile da trovare. voglio dire stiamo parlando di ordini postali
per avere un minimo di dischi decenti.si ordinavano le cassette [non di
frutta, i nastri], dico vi rendete conto?ed eravamo felici come dei
bambini quando arrivavano pacchi di cassette che sapevamo sarebbero
durate meno di niente ma che erano l’unico modo per cibarci di cose che
leggevamo, cercavamo, suonavamo…ahhhhhrgh….ok stop nostalgia o come
cacchio si chiama.

ursula, chi è costei a parte un donna esagerata?

parole chiave: philadelphia [nasce e vive lì] roots [gruppo soul/funky con il quale ha iniziato a collaborare usando i suoi testi, peraltro i roots avevano cassandra wilson come vocalist e erika badhu
ogni tanto si faceva vedere da quelle parti, scusate se è poco] non
posso non aggiungere che in modo piuttosto casuale ha cominciato, i
roots avevano bisogno di un contributo di spoken word per il loro disco
what do you want more, ma la tipa che avrebbe dovuto fare l’intervento,
ossia la poetessa Ntozake Shange, non potè partecipare, così venne fuori il nome di Ursula et voilà], poesia [in quanto è una vera poetessa, le sue liriche sono assolutamente potenti e hanno dignità di poesia], spoken word poetry
[ossia il nome esatto di quello che fa, in quanto la sua poesia è una
poesia parlata, invece che cantata o solo scritta, la forma letteraria
nata all’incirca verso la fine degli anni ’80 e sviluppatasi attraverso
le "poetry slams" sorta di gare di spoken appunto che si facevano, e si
fanno ancora nei locali. ovviamente esisteva già da prima degli anni
’90, ma il movimento cui appartiene Ursula in effetti si sviluppa da
lì], impegno [perchè le sue liriche sono intense, potenti e
parlano di cose concrete e importanti di cui bisognerebbe parlare più
spesso con la sua stessa lucidità e energia: razzismo, sessismo,
classismo, capitalismo, omofobia, misoginia, violenza, odio,
isolamento, sfruttamento e così via; i temi prediletti sono le donne, e
per una volta tanto le donne include anche le lesbiche e il loro mondo,
e la loro storia delle donne fatta di sofferenza e sfruttamento e cancellazione
dell’identità, specificità e ricchezza. le sue liriche incitano a
lottare, a non sedersi, ad asciugare le lacrime e rivoluzionare il
proprio mondo.ora], rete [ursula è un artista che vive, lavora e
si esprime attraverso una fitta rete di collaborazioni, scambi,
partecipazioni, contaminazioni, vi segnalo degli artisti con cui ha
lavorato che io adoro King Britt, Josh Wink, Sonia Sanchez – un giorno faccio un post su di lei- 4hero e tanti altri], what a woman must do
[secondo me una delle canzoni più belle che abbia mai scritto e diciamo
un compendio del femminismo e di quello che deve essere il femminismo
oggi, sti cazzi direte voi…].

discografia:
non vi dico le cose precedenti, perchè dobbiamo concetrarci su di lei,
questi i dischi che ha pubblicato che si trovano tutti sul mulo,
tranquille.

Supernatural, Ovum/Slip ‘n’ slide UK, (1° singolo da
solista),
1994                                                                              

Supa Sista, !K7 records ,2001

Silver or Lead, !K7 records, 2003

Ma’ at Mama, !K7 records,2006

 

in giornata vi traduco il testo di what a woman must do, promise! 

(sonica chiama regina rispondi regina)

 

aggiornamento [grazie penelope!]

per darvi un’idea e della rucker e soprattutto di cos’è la spoken word poetry ecco qua:

http://www.youtube.com/watch?v=08hAEh8VsQc


Mia Zapata – riot girrrls II puntata

Posted: Marzo 30th, 2008 | Author: | Filed under: riot girrrls | 1 Comment »

questo post, come vi avevo preannunciato è dedicato ad un’artista pressochè sconosciuta

Mia Zapata.

Mia è stata un punto di riferimento per la musica rock/punk/hc indie
americana e non solo. La sua band the Gits, nata nell’Ohio si trasferì
alla fine degli anni ’80 a Seattle ed esercitò un grande influsso sul
nascente grunge/punk/rock/hc e sulla musica indie che si svilupperà
proprio partendo da quella città in quegli anni.
Inoltre la storia personale di Mia, quello che le accadde ne fece in un
modo molto triste, il simbolo di ciò per cui le Riot Girrrls cantavano/scrivevano/disegnavano/producevano.
Lo diciamo subito ci sono voluti 11 anni per trovare il colpevole che l’ha violentata, massacrata di
botte e uccisa. Il coroner disse che se non fosse stata strangolata sarebbe morta lo stesso per le ferite riportate.
Lo sapete come è stato trovato?
Per caso.
Allo stronzo, denunciato per altri reati, hanno prelevato il DNA che
confrontato in archivio e risultato poi essere lo stesso trovato sul
corpo della Zapata.
Quando si dice che prima o poi la devi pagare brutto pezzo di merda.
Mia stava tornando a casa verso le due di notte, non importa da
dove venisse e non importa in realtà dove stesse andando.aveva su le
cuffiette. camminava per strada da sola. la solita storia non serve che
ve la racconti.aveva 27 anni.

The Gits incisero diversi singoli che li fecero conoscere nell’ambiente indie, fino all’album di esordio "Frenching the bully"
che ebbe un discreto successo. Fecero anche un tour in europa nel 1991,
beato chi è riuscito a vederli, senza una etichetta che li producesse e
senza una agenzia che gli organizzasse il tutto. power of indie culture
and spirit.
Entrarono in studio per incidere il secondo album intitolato "Enter:
The Conquering Chicken" nel 1993, ma la Zapata fu uccisa durante la
registrazione per cui i suoi compagni decisero di finire l’album in suo onore e sciogliere la band.

Sì non mi sono sbagliata, ho detto compagni, perchè nonostante The Gits
fosse considerata una feminist band solo la front vocal era una donna.
E pure questa mi pare una cosa bella.

Altra cosa da ricordare la band poco dopo la sua morte decise di fare
dei concerti per raccogliere fondi per finanziare le ricerche del suo
assassino (in questo modo fu possibile offrire una ricompensa a
chiunque avesse informazioni, per quanto si rivelò poi inutile) e
chiamarono Joan Jett dei Joan Jett e i Blackhearts (sì sì faccio un
altro post poi) per partecipare.

Alla fine venne fuori una band chiamata Evil Stig (cioè gits live al contrario) con Joan alla voce.
vi metto il retro della copertina del disco e la foto del gruppo, che dal vivo pare spaccassero proprio.


evil stig back cover

Le 7 year bitch, già citate, crearono un gruppo di supporto psicologico e di autodifesa per le donne che si chiama "Home Alive" [a casa sane e salve, letteralmente "A casa vive"] e pubblicato nel ’94 l’album !viva zapata, in suo onore.

Non vorrei essere melodrammatica, ma Mia Zapata bisogna averla nella propria discoteca, in memoriam.

E per finire il manifesto delle riot grrrls inutile dire scritto da Kathleen Hanna:

BECAUSE us girls crave records and books and fanzines that speak to US that WE feel included in and can understand in our own ways.
BECAUSE we wanna make it easier for girls to see/hear each other’s work so that we can share
strategies and criticize-applaud each other.
BECAUSE we must take over the means of production in order to create our own moanings.
BECAUSE viewing our work as being connected to our girlfriends-politics-real lives is essential if we are gonna figure out how we are doing impacts, reflects, perpetuates, or DISRUPTS the status quo.
BECAUSE we recognize fantasies of Instant Macho Gun Revolution as impractical lies meant to keep us simply dreaming instead of becoming our dreams AND THUS seek to create revolution in our own lives every single day by envisioning and creating alternatives to the bullshit christian capitalist way of doing things.
BECAUSE we want and need to encourage and be encouraged in the face of all our own insecurities, in the face of beergutboyrock that tells us we can’t play our instruments, in the face of "authorities" who say our bands/zines/etc are the worst in the US
BECAUSE we don’t wanna assimilate to someone else’s (boy) standards of what is or isn’t.
BECAUSE we are unwilling to falter under claims that we are reactionary "reverse sexists" AND NOT THE TRUEPUNKROCKSOULCRUSADERS THAT WE KNOW we really are.
BECAUSE we know that life is much more than physical survival and are patently aware that the punk rock "you can do anything" idea is crucial to the coming angry grrrl rock revolution which seeks to save the psychic and cultural lives of girls and women everywhere, according to their own terms, not ours.
BECAUSE we are interested in creating non-heirarchical ways of being AND making music, friends, and scenes based on communication + understanding, instead of competition + good/bad categorizations.
BECAUSE doing/reading/seeing/hearing cool things that validate and challenge us can help us gain the strength and sense of community that we need in order to figure out how bullshit like racism, able-bodieism, ageism, speciesism, classism, thinism, sexism, anti-semitism and heterosexism figures in our own lives.
BECAUSE we see fostering and supporting girl scenes and girl artists of all kinds as integral to this process.
BECAUSE we hate capitalism in all its forms and see our main goal as sharing information and staying alive, instead of making profits of being cool according to traditional standards.
BECAUSE we are angry at a society that tells us Girl=Dumb, Girl=Bad, Girl=Weak.
BECAUSE we are unwilling to let our real and valid anger be diffused and/or turned against us via the internalization of sexism as witnessed in girl/girl jealousism and self defeating girltype
behaviors.
BECAUSE I believe with my wholeheartmindbody that girls constitute a revolutionary soul force that can, and will change the world for real.

che stavolta vi propongo anche in italiano, ma con una preghiera ufficiale volta alla Regina Zabo di farci una traduzione che veramente riproponga la crudezza della versione originale!

PERCHE’ noi ragazze desideriamo ardentemente dischi e libri e fanzine rivolti a noi, di cui noi ci
sentiamo parte e che possiamo capire a modo nostro.
PERCHE’ vogliamo rendere più facile alle ragazze vedere/ascoltare le produzioni delle altre in modo
da condividere le strategie e criticarci-applaudirci reciprocamente.
PERCHE’ dobbiamo appropriarci dei mezzi di produzione per dare voce alle nostre rivendicazioni.
PERCHE’ mostrare il nostro lavoro in connessione con le nostre ragazze, la politica, e le vite che
viviamo è essenziale se vogliamo renderci conto di come stiamo incidendo, facendo riflettere, perpetuando o sconvolgendo lo status quo.
PERCHE’ noi consideriamo una stronzata l’Instant Macho Gun Revolution [penso che non ci sia bisogno di traduzione qua o no?] in quanto dice bugie indicibili volte a farci sognare invece di realizzare i nostri sogni e per questo motivo dobbiamo cercare di portare la rivoluzione all’interno delle nostre vite per ogni singolo giorno prendendone atto e creando alternative all’insignificante modo di fare le cose dell’idiota capitalismo cristiano.
PERCHE’ noi vogliamo incoraggiare e abbiamo bisogno di essere incoraggiate per affrontare tutte le nostre insicurezze, per affrontare chi ci dice [beergutboyrock è un espressione intraducibile beer è birra gut è budella boy lo sapete e rock pure, in italiano si potrebbe sintetizzare questo sistema
della boy rock band del cazzo?] che non possiamo suonare i nostri strumenti, per affrontare e autorità, che dicono che le nostre bands/zine etc sono le peggiori negli USA.
PERCHE’ non vogliamo assimilare gli standard di altre band (maschili) di come si fanno le cose e
come non si fanno.
PERCHE’ non vogliamo assolutamente cadere sotto il peso delle asserzioni che ci reputano delle reazionarie "contro i sessi" e che non ci riconoscono come le "crociate del veropunkrock" quali noi
veramente siamo e sappiamo di essere.
PERCHE’ sappiamo che la vita è molto più della sopravvivenza fisica e siamo manifestamente conscie che l’idea del "Si Può Fare Di Tutto" del punk rock sia cruciale per l’imminente rivoluzione nel rock delle riot grrrls, che vuole salvare le vite psichiche e culturali di donne e ragazze ovunque,
secondo le loro condizioni, non le nostre.
PERCHE’ siamo interessate a produrre modi di essere e di fare musica non gerarchici, amici e scenari basati sulla comunicazione e sulla comprensione, invece che sulla competizione e sulle
categorizzazioni del buono/cattivo.
PERCHE’ fare/leggere/vedere/ascoltare cose interessanti che ci valorizzano e ci mettono alla prova possono aiutarci ad ottenere la forza e il senso di comunità di cui abbiamo bisogno per renderci conto di quanto cazzate come il razzismo, capacità fisiche, età, differenza di generi, classismo, culto del corpo, sessismo, ossessione del peso [della magrezza], antisemitismo ed eterosessualità facciano parte delle nostre vite.
PERCHE’ noi cerchiamo di incoraggiare e supportare le scene femminili e le artiste donne di tutti i
tipi come perte integrante di questo processo.
PERCHE’ noi odiamo il capitalismo in tutte le sue forme e vediamo il nostro traguardo principale nel
condividere informazioni e mantenerci vive, invece di trarre vantaggi dall’essere fighe secondo gli
standard tradizionali.
PERCHE’
siamo arrabbiate con la società che ci dice: RAGAZZE=STUPIDE, RAGAZZE=CATTIVE, RAGAZZE=DEBOLI.
PERCHE’ non ci piace che la nostra vera e valida rabbia sia diffusa e/o ritorta contro di noi dal
sessismo che abbiamo interiorizzato come testimoniano la gelosia nei rapporti ragazza/ragazza o i
comportamenti autodistruttivi delle ragazze.
PERCHE’ io credo con tutto il mio cuoretestacorpo che le ragazze costituiscano una forza
spirituale rivoluzionaria che può davvero cambiare il mondo e lo farà.

e qui ci sono The Gits: