ci stanno un’italiana, un ecuadoregna, una rumena e una indiana tutte che passano per l’ospedale, tutte con un segno sul corpo di una violenza, da parte di qualcuno che crede e pretende di possederle anima e corpo.
tutte nello stesso pomeriggio. tutte in un solo ospedale, moltiplicate per quanti ospedali ci sono a Roma, in Italia, nel mondo. dice: ma che voi siete quelle del servizio pe’ le donne? dice: scusi signo’ ma che significa sportello donna?
dice: ah ma come nun se sa se rimanete aperte, ma come nun ve rinnovano?ma nun vedono quanta gente ariva?
questa sì che sembra una barzelletta.
back to music: il nuovo delle CSS, controverso nelle critiche, in realtà ascoltato solo una volta, per cui non saprei dirvi. sharo con voi, che mi direte, e magari mi riservo di parlarne in seguito.
era uscito poco tempo fa l’ultimo di Ursula Rucker, voi sapete la mia adorazione incondizionata a questa potente e unica artista. l’album si chiama “She said” è stato registrato in un modo completamente diverso dai precedenti lavori di Ursula; si tratta infatti di uno studio live session, ossia un nutrito gruppetto di musicisti si chiude in uno splendido studio di registrazione e andando avanti prevalentemente improvvisando registrano dei pezzi che poi magari limano un po’, ma che rimangono comunque dei live take, ossia si suona tutti insieme e se viene bene viene bene.
Il disco ovviamente suona meno studiato, meno hip hop degli altri: c’è reagge, c’è jazz, c’è più spazio per le parole di Ursula secondo me, è questo è un bene.
Ma nel complesso non lo ritengo un disco perfettamente riuscito, come se mancasse uno spunto, musicalmente parlando, di genialità. ovviamente i poemi di ursula spaccano il culo ai passeri come sempre.
Sto ascoltando inoltre Anika, che prima faceva la giornalista politica tra berlino e bristol. è uno di quei lavori piuttosto veloci, che vengono fuori quando c’è chimica tra due personaggi [in questo caso anika stessa e Geoff Barrow, chi quello dei portishead? sì sì proprio lui]. No, non hanno campionato Nico. Ho bisogno di altri ascolti. Ma a pelle mi piace.
E infine, la mia adorata Carrie Brownstein che sta facendo davvero sul serio con le sue wild flag, l’album non è ancora uscito, personalmente non vedo l’ora, ecco un’anticipazione:
Post di un’estate che, da brave precarie, passiamo a lavorare come formichine, mentre si organizzano eventi con l’MFLA, si aspetta settembre e la bellissima 3 giorni organizzata per il nuovo LadyFest e ci si prepara alla bellissima iniziativa del Feminist Blog Camp.
L’idea è di fare un po’ il riassunto di quello che ho ascoltato/passato quest’anno e che mi è particolarmente piaciuto.
Prendetela come una sorta di playlist dell’estate, fate un bel cd o passatela sul vostro lettorino, e fatela ascoltare alle altre/i.
I gusti, si sa, son gusti.
Ma qui cerchiamo di mettere in primo piano artiste che spesso non hanno spazio, ne per ascolto ne per live shows e quindi il minimo che potete fare è farvi un giro sui link, cercarle sul tubo, cliccare sui loro space/siti e decidere quello che vi piace.
E se mi fate pure sapere cosa vi piace e cosa no, come si dice in gergo, mi mandate i vostri feedback, non può che farmi piacere e può essere un modo concreto per partecipare e influenzare future scalette.
Qui sotto troverete i titoli inclusi nella playlist di donasonica, tra parentesi gli album dal quale sono estratti e, se si tratta di un album non recente, il titolo di quello più nuovo.
Il titolo è anche il link per scaricare l’intera playlist con un click in formato zip, e per le più pigre una video playlist, che diverge a volte dalla prima perché alcuni video sono più belli di altri.
La musica che spesso vi faccio ascoltare non appartiene a noi ne’ alla SIAE, ma alle artiste che la fanno, e alle labels che la producono, quindi quello che vi piace andate ad ascoltarlo dal vivo, e comprate i cd/dischi lì, ai concerti, dove i prezzi sono giusti e non date niente a chi non merita che un calcio in culo.